La vista è uno dei sensi fondamentali che ci accompagna fin dalla nascita, guidando l’apprendimento e lo sviluppo nei primi anni di vita. Da Ottica Berruti, situata nel cuore di Roma, comprendiamo profondamente l’importanza di curare la vista dei più piccoli, garantendo loro il meglio fin dai primi giorni. La scelta degli occhiali per neonati non è solo una questione di estetica, ma un pilastro fondamentale per assicurare uno sviluppo visivo ottimale e prevenire problemi futuri. Con l’expertise dei nostri specialisti, ci dedichiamo a offrire soluzioni su misura per i bisogni unici di ogni bambino, accompagnando le famiglie nella scelta degli occhiali perfetti. In questo articolo, vi guideremo attraverso le tappe dello sviluppo visivo nei neonati, sottolineando l’importanza dei controlli regolari e come Ottica Berruti possa essere il vostro alleato nella cura della vista dei vostri bambini, fornendo consigli pratici e soluzioni personalizzate proprio qui, a Roma.
Per comprendere a pieno la sfera visiva del bambino vanno prima conosciute le tappe dello sviluppo visivo. La funzione visiva consta di un progressivo sviluppo che vede il suo completamento solo intorno all’età di 8/10 anni (periodo in cui si porta a compimento lo sviluppo delle strutture cerebrali della corteccia occipitale responsabile della visione).
Studi scientifici hanno dimostrato che lo sviluppo visivo nei primi anni di vita del bambino ha un ruolo importante nell’ apprendimento della lettura, scrittura e per lo sviluppo cognitivo e motorio. Per sviluppo visivo pero non si intende solo l’ acuità visiva, ovvero la capacità dell’ occhio di vedere. Infatti, se anche il bambino ha funzionalità visiva di dieci decimi (10/10) ma non è in grado di usarli in termini integrità, motilità oculare sinergica, efficienza ed elaborazione dell’informazione visiva a livello cerebrale, si parla di deficit dello sviluppo delle funzioni visuo-percettive e visuo-motorie.
Questa funzionalità visiva, pertanto, nei bambini va valutata nel suo complesso attraverso dei protocolli che permettono di valutare quanto e come vede il bambino e come trattarlo, quando indicato, con la riabilitazione visiva grazie allo specialista in ortottica.
L’ ortottica è una branca importante dell’oftalmologia, che si dedica alla prevenzione, valutazione e riabilitazione visiva negli adulti e anche nei bambini con disturbi dell’ apparato visivo, di tipo muscolare sensoriale e dei nervi oculomotori.
Il neonato è già in grado di percepire figure ed oggetti ad alto contrasto a circa 20-30cm dal viso del bambino. Alla nascita la capacità visiva, in particolare la capacità di discriminare i dettagli degli oggetti, è molto inferiore a quella dell’adulto (40 volte inferiore) a causa dell’immaturità della corteccia visiva, cioè di quella parte del cervello deputata alla elaborazione delle immagini. Il neonato vede complessivamente sfocato, riconosce i contorni di un oggetto, ma non i colori, distingue però la luce dal buio. Non ha coordinamento oculomotorio (ovvero non riesce ancora a coordinare i movimenti degli occhi) e, conseguentemente, può sembrare strabico, cioè con gli occhi male allineati. La capacità visiva migliora nel corso delle prime settimane permettendo, a 2-3 mesi di vita, di riconoscere oggetti a contrasto minore e forme colorate più complesse poste a distanza ravvicinata. Verso i sei mesi è presente una discreta coordinazione tra occhi e mani, aumenta la distanza visiva e la capacità di discriminare oggetti più piccoli, posti anche lateralmente, e inizia a essere presente la stereopsi, cioè la capacità di percepire la profondità, che maturerà completamente verso i 4-5 anni di vita. A un anno di età il bambino è in grado di indicare gli oggetti che desidera, si amplia il campo visivo e cresce la capacità di discriminare oggetti sempre più piccoli e a distanza maggiore. L’acuità visiva raggiunge i valori definitivi intorno ai 4-5 anni. È possibile misurare la refrazione, ovvero i difetti di vista, fin da quando il bambino è molto piccolo. In quella fascia di età, e comunque finché il bambino non è collaborante, durante la visita dall’oculista viene utilizzata una tecnica di esame che si chiama schiascopia, che in sostanza consiste nella proiezione di una luce all’interno dell’occhio opportunamente dilatato con un collirio. La vista può essere misurata in maniera attendibile a partire dall’età di 4 anni. Vengono utilizzati simboli specifici, le “E” di Snellen, una grossa lettera E che il bambino tiene in mano e deve orientare nella stessa direzione di quella dell’esaminatore.
È molto importante sottoporre i nostri piccoli a controlli oculistici al fine di valutare il corretto sviluppo visivo ed evitare l’insorgere di malattie degli occhi, o diagnosticarle tempestivamente. Il rapido riconoscimento di un problema dell’apparato visivo è infatti fondamentale per evitare compromissioni irreversibili della vista. Il primo controllo viene eseguito nell’ospedale in cui il bambino nasce: il test del riflesso rosso. Si tratta di un rapido esame di screening che viene effettuato per permettere di valutare la perfetta trasparenza di tutte le strutture oculari. La luce emessa dalla fonte luminosa attraversa le principali parti dell’occhio (cornea, cristallino, umor acqueo e corpo vitreo), fino ad arrivare sulla retina e tornare riflessa verso il medico che sta eseguendo l’esame. Questo test permette di escludere la presenza di opacità corneali, glaucoma, cataratta, patologie congenite del vitreo e della retina. In caso di alterato o dubbio riflesso rosso, il neonatologo invierà il bambino all’oculista pediatrico per una visita urgente. Altri motivi per richiedere una visita oculistica entro pochi giorni dalla nascita sono la prematurità o la familiarità per patologie oculari congenite. Se il riflesso rosso è presente, invece, la prima visita oculistica è consigliata entro il compimento del primo anno. In quest’occasione l’oculista potrà valutare la salute degli occhi nella parte anteriore e, dopo l’istillazione di un collirio che dilata la pupilla, il fondo dell’occhio. Potrà anche indagare la presenza di alterazioni dell’allineamento oculare (strabismo) ed eventuali vizi refrattivi già presenti a quest’età. Un’altra tappa fondamentale sono i 3 anni. Una visita oculistica a 3 anni verifica nuovamente il corretto allineamento degli occhi, la presenza di vizi refrattivi eventualmente correggibili con la prescrizione di un paio di occhiali e termina con il controllo del fondo oculare. Se le visite precedenti non hanno riscontrato problemi si torna dall’oculista a 6 anni. Ormai scolarizzato, il nostro bambino saprà leggere le lettere e consentirà al medico di misurare la vista in maniera affidabile. Anche questa volta la visita si completa con la ricerca di un eventuale strabismo e con l’esame del fondo dell’occhio. I controlli successivi sono consigliati comunque ogni 2-3 anni in assenza di patologie o fattori di rischio, altrimenti su indicazione dell’oculista.
Oltre alle visite di screening è necessario fare attenzione ad alcuni segnali che spesso sono proprio i genitori a cogliere e che fungono da “campanello d’allarme”:
In questi casi è sempre bene rivolgersi prontamente al proprio oculista pediatrico di fiducia.
I neonati da 0 a 6 mesi non dovrebbero mai essere esposti direttamente alla luce del sole. È sempre meglio proteggerli anche con un cappellino a visiera larga, in quanto gli occhi hanno bisogno di stimoli naturali per svilupparsi correttamente. I neonati sotto i 6 mesi di vita di norma sono ben protetti da cappelli, parasole per passeggini ecc. dunque non necessiteranno dell’uso degli occhiali da sole. Basti pensare che mediamente, un cappellino per neonato da solo può ridurre fino al 30% la quantità di esposizione ai raggi UV. Dopo i 6 mesi diventa sempre più importante abituare il bambino ad indossarli. In modo particolare, gli occhiali da sole andrebbero usati:
Questo perché, prima di raggiungere il primo anno di età, il 90% dei raggi UVA e il 50% dei raggi UVB raggiunge la retina del neonato. Motivo per il quale, usare un paio di occhiali da sole per bambini diventa necessario. Inoltre, il cristallino (la parte naturale che protegge la retina dell’occhio) non si forma completamente prima dei 12 mesi di vita del bambino; dunque, non sarà in grado di filtrare i raggi UV in modo corretto. Se il bambino sarà esposto durante i primi anni di vita alla radiazione ultravioletta (UV) e alla cosiddetta luce blu dalla luce solare (HEV), potrà in adolescenza o in età adulta, sviluppare anche dei problemi di vista come congiuntivite, cataratta e la degenerazione maculare.
Prendetevi il tempo necessario. Le esigenze dei neonati o dei bimbi al di sotto dei 2 anni sono diverse rispetto a quelli dei più grandi. È indispensabile che la montatura sia biocompatibile, in quanto i più piccoli sono soliti mettersi in bocca di tutto. Inoltre, sono molto utili le aste flessibili e le allacciature per fissare gli occhiali alla testa, così da evitare che i bimbi si tolgano gli occhiali continuamente o li facciano cadere, rischiando di perderli.
Gli occhiali devono essere comodi e calzare perfettamente, senza scivolare. I bambini si sentono a proprio agio solo con un occhiale che non interferisce con la sua libertà di movimento.
MONTATURA Resistente, flessibile, leggera à adatta all’anatomia del viso;
NASELLO Morbido, nessuna pressione sul naso, antiscivolo à non lascia segni sul naso;
ASTA Flessibile, di lunghezza adeguata e ad elevato comfort di indossatura;
LENTI In materiale plastico, sottili, infrangibili, vista ottimale;
OCCHIALI PER BAMBINI PICCOLI Resistenti, malleabili, sicuri (senza pezzi di piccole dimensioni), ottimo adattamento al viso.
l bambino può indossare gli occhiali da sole dai 6 mesi. La struttura ossea dei neonati non è perfettamente formata e per questo motivo occorre orientarsi su un’altra qualità sia a livello di lenti che di montatura, la quale deve essere resistente, ma anche leggera. Flessibili da permettere il libero movimento. Per i bambini, dunque, non servono modelli eccessivamente estrosi e pesanti, la forma degli occhiali da sole per neonati deve avvolgere il viso del piccolo ed evitare che ci siano aste appuntite o lenti irregolari. Non devono essere né troppo grandi né troppo piccoli.
I bambini amano i giochi all’aperto, scoprire la natura e divertirsi in modo autentico. Questa attività deve essere coltivata dai genitori, i quali devono incentivare i più piccoli ad uscire di casa, trascorrere il tempo all’aria aperta e ricevere stimoli dall’ambiente circostante. I genitori devono pensare a giochi da far fare all’aperto ai bambini: una gita fuori porta, una mattinata al parco, una passeggiata in campagna, sono tutte attività essenziali per i bambini.
Lo sviluppo del bambino deriva per un 90% da ciò che vede, pertanto occorre proteggere in modo adeguato gli occhi dei più piccoli, garantendo per i loro occhi la protezione migliore. Occorre sempre scegliere occhiali certificati 100% UV, come da normativa europea CE. La tonalità delle lenti dipende anche dal comfort visivo del bambino. Una colorazione troppo scura potrebbe disturbarlo, spingendolo a togliersi gli occhiali da sole appena ne ha l’occasione. Una scelta ideale potrebbero essere gli occhiali con lenti polarizzate.
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